Next generation process based landfill

Un nuovo concept circolare per il settore end-of-waste

Circular Economy

Sustainable landfill

In spite of all the utopian scenarios about a zero wastes society, landfill disposal will remain an essential technological option of solid waste management for a long time. Therefore, it is necessary to implement the best available technological options to ensure environmental sustainability of landfill. A big change towards environmental sustainability can be achieved by transforming actual landfill management practices from a safety storage in a waste treatment unit to achieve a final storage quality (FSQ).

Discarica sostenibile

Nonostante taluni scenari utopistici prefigurino una società a rifiuti zero, assegnando un ruolo residuale agli impianti end-of-waste, gli stessi costituiranno un elemento fondamentale per il raggiungimento degli obiettivi della transizione ecologica verso un nuovo modello circolare. A tal fine occorre accelerare i processi di innovazione dell’intera filiera end-of-waste, mediante lo sviluppo di nuovi concept di processo che possano consentire una chiusura sostenibile dei cicli di materia.

Verso un nuovo livello evolutivo nella filiera end-of-waste

In attuazione delle direttive del “Pacchetto Economia Circolare” è auspicabile promuovere una “Nuova Strategia Nazionale nel settore end-of-waste”, che consenta l’effettivo raggiungimento degli obiettivi della circolarità. Un ridisegno dei processi nell'ottica della sostenibilità richiederà innovazioni radicali dei cicli di trattamento.

Leading innovation

Le modalità attuali con cui sono realizzati e gestiti gli impianti della filiera end-of-waste discendono da normative obsolete ed inadeguate risalenti agli anni ’90. L’esperienza industriale acquisita, le nuove tecnologie abilitanti, gli obiettivi della economia circolare, pongono un urgenza di ridisegno dell'intera filiera. Gli obiettivi della circolarità possono essere raggiunti mediante integrazione verticale ed orizzontale dei processi all’interno di nuove piattaforme di bio-refining complesse che garantiscano livelli sempre più spinti di lavorazione dei materiali.

Back to Earth

Il Back to earth (ritorno alla terra) è un principio fondante della economia circolare. Ciò che viene prelevato dalla terra deve tornare alla terra con le stesse forme con cui è stato prelevato. La circular economy non sarà realizzabile senza una effettiva chiusura dei cicli di materia nella filiera end-of-waste.

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Convergences

Una transizione evolutiva della filiera End-Of-Waste è abilitata dal nuovo framework per l’economia circolare e dalla disponibilità di nuove tecnologie previsionali e di controllo (digital twin, AI, I.O.T.). Le convergenze esistenti delineano importanti scenari di transizione industriale della filiera verso un nuovo modello di business fondato su solide basi ambientali.

Research

Una discarica sostenibile è un sistema di trattamento del rifiuto che ha lo scopo di accelerare e stimolare i processi bio-geo-chimici per raggiungere, nel più breve tempo possibile, una qualità finale dello stoccaggio (Final Storage Quality), tale da consentire il rilascio del sito in condizioni di sicurezza.

Il reattore consente di stimolare ed accelerare, in modo controllato, i processi biologici naturali che consentono la conversione delle sostanze inquinanti in prodotti compatibili con il successivo stoccaggio interrato per un tempo indefinito.

L’attuale framework normativo risalente agli anni ’90 è obsoleto rispetto alle sfide della circolarità, di cui ne costituisce il limite principale. L’approccio previsto dalla attuale normativa, contra natura rei, risulta limitante rispetto all’obiettivo di conversione delle sostanze inquinanti in composti naturali.

I risultati di un pregresso studio del rischio sanitario ed ambientale hanno evidenziato che l’attivazione dei processi di biodegradazione consente una riduzione del rischio sanitario ed ambientale di lungo periodo senza pregiudicare il livello di rischio nel breve e medio periodo, indirizzando la successiva pianificazione della attività di R&D di Ecofer verso il progetto BioLand.

L’attività di R&D ha riguardato lo sviluppo di un concept di impianto end-of-waste che consenta di accelerare la bio-degradazione e la stabilizzazione, al fine di raggiungere nel più breve tempo possibile una qualità finale dello stoccaggio (FSQ), tale da consentire il rilascio del sito in condizioni di sicurezza.

Lo studio, sviluppato in collaborazione con i partners, ha riguardato la predisposizione di uno stato dell’arte che ha confermato l’indisponibilità in letteratura scientifica di modelli quantitativi di un bioreattore adatti o adattabili all’uso ingegneristico.

E’ stato sviluppato un modello digitale (digital twin) realizzato mediante bilanci dinamici di materia ed energia. E’ stata verificata la controllabilità del processo mediante misure su parametri esterni al reattore stesso. Il numero limitato di equazioni e parametri, unitamente ad una struttura gerarchica della modellazione, consente l’utilizzo del modello a scopo ingegneristico e di controllo industriale.

La modellistica del reattore ha evidenziato la coesistenza di operazioni multiple sia a scala micro che macro. Si realizzano infatti processi unitari di filtrazione, lisciviazione, degradazione aerobica ed anaerobica, secondo meccanismi adattivi ed evolutivi complessi. Lo studio ha evidenziato che i processi, le transizioni tra micro-stati sono tipiche dei sistemi naturali-complessi e risultano caratterizzati da auto-adattamento, auto-organizzazione, comportamenti emergenti. La dinamica overall del sistema è caratterizzata dalla presenza di un attrattore finale rappresentato da uno stato di equilibrio bio-geo-chimico con l’ambiente esterno. Il sistema risulta quindi “naturalmente stabile”, autoadattante ed evolutivo verso un punto di equilibrio con l’ambiente esterno e compatibile con esso.

Lo studio ha evidenziato inoltre la presenza di stati multipli di equilibrio, stati meta-stabili determinati dai valori sub-ottimali dei parametri di processo. Tali stati meta-stabili possono permanere all’infinito impedendo il raggiungimento dello stato finale di equilibrio con l’ambiente.

Con tali presupposti, “l’apprendimento del sistema” e dei suoi parametri di tuning, assolve a finalità predittive-ottimizzanti e non già costituenti-specificative. Si tratta cioè, come per la maggior parte dei sistemi naturali, di accompagnarli (curarli) e non già di specificarli-determinarli ingegneristicamente.

I principali risultati dello studio sono:

  • Controllabilità: i processi naturali esistenti nel reattore sono stabili e controllabili. La dinamica del reattore è caratterizzata dall’esistenza di un attrattore stabile costituito dallo stato di equilibrio con l’ambiente esterno. Sono presenti degli stati meta-stabili che possono perdurare per un tempo indefinito e che dipendono dalle modalità con cui il processo viene gestito. Le modalità attuali di gestione del processo imposte dalla normativa determinano il raggiungimento di uno di tali stati meta-stabili, con blocco dei processi e che può perdurare indefinitamente.
  • Normativa: l’attuale framework normativo è il principale vincolo al raggiungimento degli obiettivi di circolarità (principio back to earth).
  • Vincoli di Processo: per poter indirizzare le dinamiche del processo verso uno stato finale di equilibrio con l’ambiente è necessario garantire apporti netti di acque di reintegro che possono provenire da integrazioni con reflui esterni.

La ricerca ha evidenziato l’esistenza di una frontiera tecnologica di settore. Il reattore è infatti caratterizzato da dinamiche molto lunghe (anni) e rapidi transitori di shut-off dei processi in presenza di condizioni non ottimali. Risulta pertanto necessario disporre di modelli digitali predittivi avanzati, unitamente a strumentazione di controllo di nuova generazione. E’ stata valutata la possibilità di superare tale frontiera tecnologica mediante l’utilizzo delle Key enabling technology. Dallo spin-off dell’attività di ricerca è stata costituita la startup Hymos Dynamics che sta curando lo sviluppo e l’ingegnerizzazione di un sistema predittivo per la regolazione e controllo di impianto.

Technology

L’impianto Ecofer è autorizzato a trattare rifiuti pericolosi e non pericolosi per 150.000 tonn/anno mediante una suddivisione in 3 lotti funzionali fisicamente ed idraulicamente separati, della volumetria utile autorizzata di 2.200.000 mc (200.000 mc Lotto1, 1.100.000 mc Lotto 2, 900.000 mc Lotto 3). Al riempimento del primo lotto, è stato avviato il bioreattore “L1” che utilizza un sistema di tecnologie ed impianti ausiliari (package commerciali e progettazione proprietaria) al fine di ottimizzare i parametri di processo necessari ad accelerare i processi di bio-stabilizzazione.

Il reattore è stato attrezzato con pozzi per il recupero del biogas, distribuiti al fine di garantire le massime rese di captazione. Ciascun pozzo è collettato in una stazione per la regolazione delle portate aspirate e di rimando del biogas a recupero energetico.

Il sistema di depurazione dei liquidi adotta una tecnologia ad osmosi inversa con membrane. La tecnologia è industrialmente validata e classificata tra le B.A.T. (best available technique) di settore. La validazione sito-specifica è stata effettuata nell’ambito di una sperimentazione condotta in collaborazione con L’Università La Sapienza di Roma. E’ stato caratterizzato il percolato in uscita dal bioreattore e il permeato prodotto a valle del trattamento di depurazione. Sono stati validati i rendimenti di depurazione e la rispondenza alle specifiche di progetto. E’ stato validato un recupero idrico attorno al 73%.

Il sistema di ricircolo è stato realizzato con trincee disperdenti delle dimensioni di 2x2x0,5 m, disposte in modo uniforme sulla superficie e a distanze ottimizzate al fine di garantire l’uniformità delle portate in ingresso alla superfice di testa del reattore. Le singole trincee sono collegate in moduli distinti per zona. Ciascun modulo è regolabile in funzione della produzione di biogas nel settore considerato. Il layout delle trincee è stato ottimizzato al fine di garantire idonee distanze dai pozzi biogas e allo scopo di prevenire corto circuitazione idraulica con il fondo del reattore.

Il biogas captato viene avviato ad un motore per la produzione di energia che viene immessa nella rete elettrica, o nel caso di fuori specifiche, avviato a combustione in torcia.

Insights

Lo scopo del programma di ricerca "Bio.Land" è quella di affinare il sistema delle conoscenze al fine di potenziare le capacità predittive sia in sede progettuale che in fase di conduzione del reattore con lo scopo di accelerare il raggiungimento della FSQ e dell’equilibrio con l’ambiente. Negli anni sono state condotti diversi progetti, tra cui:

Analisi del rischio sanitario ed ambientale

Lo studio, condotto dal partner LeMa Consulting, pur confermando livelli di rischio di gran lunga inferiori alle soglie ammissibili, ha fornito indicazioni in merito alle migliori tecnologie e tecniche da adottare per la ulteriore riduzione del rischio nel lungo periodo e per il rilascio del sito al termine della post-gestione.

Studio sperimentale dei meccanismi di eluizione

Tra i processi che si realizzano all’interno del rifiuto, il meccanismo della eluizione risulta fondamentale al fine di comprendere le cinetiche di passaggio solido-liquido (cinetiche limitanti). Lo studio sperimentale, realizzato dalla società Depura, ha riguardato delle campagne di prove di lisciviazione eseguite in differenti condizioni di pH.

Studio della sostenibilità ambientale

Lo studio coordinato dal Prof. L. Morselli (Università di Bologna) ha riguardato una analisi delle tecniche gestionali implementate presso la discarica Ecofer sotto il profilo della sostenibilità ambientale.

Bio.Land Concept

L'attività di ricerca ha consentito di validare un nuovo concept di impianto che può massimizzare i livelli di protezione ambientale nel breve e nel lungo periodo. Il nuovo concept tecnologico, grazie all'applicazione industriale delle nuove K.E.T. (Key enabling technologies), consente di disporre di una nuova capacità previsionale, di regolazione e controllo che abilita la transizione di settore in ottica industria 4.0.

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